“Una settimana dei rifugiati davvero diversa quella di quest’anno. Di solito si tratta di un festival nazionale che celebra la creatività e il contributo di chi ha dovuto lasciare il proprio Paese e non può ritornarvi. A causa della pandemia di Covid-19, invece, sarà soprattutto una celebrazione digitale”. È il vescovo Paul McAleenan, responsabile del settore migranti per la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, a riflettere sulla sfida che la mancanza di contatto fisico rappresenta per chi si trova in campi di detenzione oppure in transito perché ha dovuto abbandonare la propria patria. “Prego per chi deve vivere in condizioni di sovraffollamento oppure deve affrontare pericolosi viaggi per mare o si ritrova a vivere per strada. La loro lotta è più dura oggi rispetto al passato. Offro anche sostegno a tutti i volontari e le organizzazioni che hanno lavorato duramente per assicurarsi che i rifugiati non vengano dimenticati o abbandonati”, dice il vescovo McAleenan. Il tema della settimana dei rifugiati 2020 è “Immagina”, “Immaginare”. “Quello che dobbiamo fare, quando i vecchi modi non funzionano più, è trovare nuove strade”, si legge sempre nel comunicato della Conferenza episcopale inglese. “Nell’era di Covid-19 il richiamo a immaginare è più importante che mai”. Sul sito dei vescovi inglesi anche le risorse pensate per questa settimana dalle più importanti organizzazioni che lavorano con i rifugiati.