“Gli assegni familiari universali, come i pagamenti in contanti senza condizioni o i trasferimenti fiscali, sono fondamentali nella lotta contro la povertà dei bambini, eppure sono disponibili solo in 1 Paese su 10 in tutto il mondo”. Lo segnalano l’Overseas Development Institute (Odi) e l’Unicef, nel rapporto “Universal Child Benefits: Policy Issues and Options”, che evidenzia come i benefici universali in denaro per i bambini nei Paesi a medio reddito a un costo di appena l’1% del Pil potrebbero portare a un calo del 20% della povertà in tutta la popolazione. “In 15 Paesi ad alto reddito, la sola erogazione di assegni familiari universali ha portato a una riduzione della povertà infantile pari in media a 5 punti percentuali”, affermano le due organizzazioni. Citando i dati Istat, diffusi ieri, secondo cui sono 4,6 milioni le persone in povertà assoluta in Italia, il presidente dell’Unicef Italia, Francesco Samengo, evidenzia che “ci dicono anche che la povertà assoluta coinvolge di più le famiglie numerose e con figli minorenni”. “Sono attualmente oltre 1 milione e 137mila i minorenni in povertà assoluta nel nostro Paese. Chiediamo che le misure che verranno delineate nella cornice del Family Act assicurino maggiori risorse alle famiglie che vivono in Italia”. “Gli assegni familiari universali giocano un ruolo fondamentale nella riduzione della povertà, attraverso la promozione della coesione sociale e il supporto pubblico per la protezione sociale – dichiara Sara Pantuliano, direttore generale Odi -. In Paesi in cui gli assegni familiari sono già definiti, questi rappresentano un cardine dei sistemi di politiche sociali nazionali e in tempi di crisi sono efficaci nell’ampliare la protezione sociale”.
Il rapporto mostra, inoltre, che “i programmi di trasferimento di denaro non portano a una riduzione della partecipazione al lavoro retribuito tra la popolazione in età lavorativa”. “I trasferimenti in denaro aiutano i genitori a bilanciare le esigenze di lavoro con i bisogni delle loro famiglie”.