“Dobbiamo rendere la pandemia una grande opportunità per prenderci la responsabilità gli uni verso gli altri. L’isolamento è stato utile per evitare il propagarsi del virus ma oggi ci serve per capire come vogliamo stare insieme. Non trattare i rifugiati come numeri ma come comunità”. Lo ha affermato oggi pomeriggio il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, nel suo intervento al Colloquio sulle migrazioni organizzato dal Centro Astalli, in corso in diretta su Vatican news in vista della Giornata nazionale del rifugiato. “La pandemia può aiutarci ad allargare i nostri orizzonti – ha detto il card. Zuppi -. Ci relativizza nell’idea di pensarci da soli e chiuderci. Ci ha fatto capire che siamo universali. Era una presunzione pensare di poter vivere sani in un mondo malato”. Ora, ha proseguito, “dobbiamo affrontare la grande sfida di trasformare le difficoltà, le avversità, in opportunità. Ad esempio per ricostruire qualcosa che non andava bene. Si può vivere la pandemia nella diffidenza o nella responsabilità reciproca, ricordando che siamo tutti nella stessa barca. Rovesciare cioè la diffidenza in responsabilità, per avere attenzione gli uni verso gli altri”. L’invito dell’arcivescovo di Bologna è continuare a “spingere nella regolarizzazione di chi già lavora” e “rivedere il regolamento di Dublino, perché serve una risposta europea forte”. “Se c’è una politica intelligente ed europea probabilmente saranno vinte le paure”, ha concluso.