È giunto al termine il mandato dell’inviato speciale per la promozione della libertà di religione e credo al di fuori dell’Unione europea, incarico ricoperto dal 2016 dallo slovacco Ján Figel. La Commissione non ha indicato alcun successore all’ex commissario. Ellen Fantini, direttore esecutivo dell’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione nei confronti dei cristiani in Europa, oggi ha dichiarato che “la decisione della Commissione europea arriva in un momento in cui il diritto di praticare la propria religione, cambiarla o non praticarne alcuna è in pericolo in molti luoghi del mondo. L’inviato speciale ha svolto un ruolo enorme nel far luce sulle violazioni dei diritti umani e facilitare il dialogo nei Paesi in cui la persecuzione religiosa è più grave”. Nella nota dell’Osservatorio si contesta che, sebbene la Commissione abbia riconosciuto la fragilità di questo diritto fondamentale, “non ha chiarito come intende continuare a dare priorità alla protezione di tali libertà al di fuori dell’Ue. A favore di un rinnovo del mandato dell’inviato speciale si è pronunciato nelle scorse settimane anche l’intergruppo del Parlamento europeo sulla libertà di religione. Nella sua nota, l’Osservatorio ricorda il ruolo decisivo svolto da Figel perché Asia Bibi potesse lasciare il Pakistan.