I salesiani di Piura con il popolo delle discariche. Don Angel Carbajal e don Pedro Da Silva sono due sacerdoti salesiani che operano a Piura, città costiera situata nel nord del Perù. Qui i salesiani lavorano dal 1906 in due presenze e in una grande parrocchia che incoraggia la devozione a Maria Ausiliatrice. Durante questo periodo di pandemia, riferisce l’agenzia salesiana Ans, le scuole sono state chiuse, ma i salesiani hanno continuato a pensare ai più poveri e hanno fatto la scelta di servire senza sosta, pure in un tempo di paura e d’incertezza. Tra i più poveri certamente ci sono tante famiglie che sopravvivono raccogliendo plastica e cartone tra l’immondizia e nelle discariche. Piura è la seconda città, dopo la capitale Lima, per numero di contagiati e di vittime di Covid-19. Gli ospedali locali sono arrivati al collasso già da un mese, con conseguenze fatali e la mancanza di cure per chi ne ha bisogno. “Padre mio, la gente muore: manca l’ossigeno, manca il cibo…”. Questa è la frase che ricordano i due salesiani che hanno visitato e portato aiuto alle persone che vivono nelle discariche. Molte persone si avvicinano alle porte della Scuola Salesiana “Don Bosco” per chiedere qualcosa da mangiare. La risposta dei salesiani non si è fatta attendere ed è giunta fin dove nessuno si era mai spinto: nella discarica di Castiglia, alla periferia della città. L’operazione di aiuto è iniziata negli oratori, con le famiglie delle centinaia di bambini che hanno sopportato, oltre al caldo della città, il confinamento e la quarantena. A chi gli chiedeva “perché andare lì, perché non mandare altri”, la risposta di don Carbajal è stata: “Ho fatto la stessa cosa che avrebbe fatto Don Bosco. È la carità pastorale in tutto il suo splendore, è l’impulso apostolico che ci spinge ad andare verso chi ha bisogno di noi”.