Corpus Domini: mons. Nolè (Cosenza), “in questi mesi abbiamo visto il corpo di Cristo nelle persone sole negli ospedali morte senza il conforto dei familiari”

“Il Signore in questi mesi ci ha chiamato a vivere una dimensione diversa dell’Eucarestia, della relazione e della comunione con l’altro, per renderci capaci di vedere nel volto del fratello il suo volto”. Lo ha detto ieri mons. Francesco Nolé, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, celebrando in cattedrale la messa del Corpus Domini.
“Quest’anno non viviamo il momento della processione ma questo momento è ancora più autentico”, ha detto il presule. “In questi mesi abbiamo visto il corpo di Cristo in quelle persone che abbandonate e sole venivano consegnate negli ospedali, e che, ancor di più, morivano senza il conforto dei familiari”. “Il Signore – ha constatato mons. Nolé – ci ha messo davanti la realtà della finitezza dell’uomo e della grandezza di Dio se ci fidiamo di lui”.
Riflettendo sul dono della vita eucaristica, l’arcivescovo bruzio ha ricordato che “il sacerdote è chiamato a vivere la comunione con Cristo, il fedele pure, ma poi viene la comunione fra noi, quella della fraternità”. Questo, per mons. Nolé, si traduce nell’“annunciare la morte del Signore e nel proclamare la sua resurrezione finché egli verrà. Non è uno slogan, ma la verità della nostra fede. La nostra chiamata è a risorgere con Gesù”.

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