“Oltre il 70% delle imprese (che rappresentano il 73,7% dell’occupazione) dichiara una riduzione del fatturato nel bimestre marzo-aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019: nel 41,4% dei casi il fatturato si è più che dimezzato, nel 27,1% si è ridotto tra il 10% e il 50% e nel 3% dei casi meno del 10%; nell’8,9% delle imprese il valore del fatturato è invece rimasto stabile”. Lo rende noto oggi l’Istat diffondendo il report “Situazione e prospettive delle imprese nell’emergenza sanitaria Covid-19”.
Nella fase 1 dell’emergenza sanitaria (tra il 9 marzo e il 4 maggio) il 45,0% delle imprese con 3 e più addetti (458mila, che assorbono il 27,5% degli addetti e realizzano il 18,0% del fatturato) ha sospeso l’attività. Per il 38,3% (390mila imprese) la decisione è stata presa a seguito del decreto del Governo mentre il 6,7% (68mila) lo ha fatto di propria iniziativa. Sono invece il 22,5% (229mila, che rappresentano il 24,2% degli addetti e il 21,2% del fatturato) le imprese che sono riuscite a riaprire prima del 4 maggio dopo un’iniziale chiusura, spiegando la decisione in diversi modi: a seguito di ulteriori provvedimenti governativi (8,8%), attraverso una richiesta di deroga (5,9%) o per decisione volontaria (7,7%). Oltre tre imprese su 10 (32,5%) sono rimaste sempre attive (331mila); questa quota di imprese è la più rilevante dal punto di vista economico e dell’occupazione in quanto rappresenta il 48,3% degli addetti e il 60,9% del fatturato nazionale.
“Le microimprese (3-9 addetti) sono quelle più coinvolte nella sospensione delle attività: 48,7% contro 32,7% delle piccole (10-49 addetti), 19,2% delle medie (50-250 addetti) e 14,5% delle grandi (250 addetti e oltre), per una quota complessiva del 69,4%, considerando anche le imprese minori inizialmente ‘sospese’ che poi hanno riaperto”, spiega l’Istat, aggiungendo che “anche le piccole imprese risultano particolarmente interessate dalla sospensione delle attività (62,1% rispetto a 46,7% delle medie e al 36,0% delle grandi) ma si distinguono per un’elevata incidenza di riapertura nel corso del lockdown (29,4%); seguono le imprese di medie dimensioni (27,5% contro 20,7% delle micro e 21,5% delle grandi)”. Al contrario tra le medie e ancora di più tra le grandi imprese prevalgono le realtà rimaste sempre attive (rispettivamente 53,3% e 64,0% contro 30,6% delle micro e 37,9% delle piccole).