“Modernizzazione del Paese, transizione ecologica, inclusione sociale, territoriale e di genere”: sono i pilastri indicati dal premier Giuseppe Cinte inaugurando oggi a Villa Pamphilj a Roma gli Stati generali per il rilancio del Paese (il titolo è appunto “Progettiamo il rilancio”) profondamente segnato in questi mesi dalla crisi sanitaria e che ha dinanzi una profonda crisi economica. All’appuntamento sono invitati i rappresentanti delle istituzioni (ma le opposizioni hanno deciso di non partecipare a ciò che ritengono una “passerella”), delle parti sociali, per un confronto sui progetti di rilancio del Paese. Nel corso della prima giornata, dopo l’indirizzo di apertura del presidente Conte, sono intervenuti (molte degli invitati sono in remoto): il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, il commissario europeo all’economia, Paolo Gentiloni, la presidente della Bce, Christine Lagarde, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Oggi pomeriggio gli incontri proseguono con gli interventi del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, del segretario generale dell’Ocse, Ángel Gurría, e della direttrice operativa del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva. Al termine, il presidente Conte e gli altri ospiti presenti partecipano al panel “Policy in the Post-Covid world: challenges and opportunities”, che vede il contributo di rappresentanti del mondo accademico internazionale.
“La scelta di Villa Pamphilj è un omaggio alla bellezza italiana. Nel momento in cui progettiamo il rilancio dobbiamo far in modo che il mondo intero possa concentrare la sua attenzione sulla bellezza del nostro Paese”, ha detto Conte. “Stiamo lavorando per avere una pubblica amministrazione più efficiente, digitalizzata; dobbiamo assicurare – ha aggiunto – che le tecnologie digitali già esistenti per la vita di tutti i giorni possano incrementare la produttività dell’economia e l’innovazione”. Paolo Gentiloni ha invece osservato: “la storia delle condizionalità imposte dall’alto per salvare i singoli Paesi è finita”. Il piano Next Generation Eu, lanciato dalla Commissione europea, che sarà discusso al summit del 19 giugno, “comprende risorse comuni alle quali si accede volontariamente sulla base di piani elaborati dai governi nazionali”. “Il governo italiano è pienamente consapevole che non si tratta di spese facili, tesoretti o libri dei sogni ma di un impegno che ci metterà alla prova. Queste ingenti risorse metteranno alla prova tanto la Commissione che il sottoscritto nelle sue responsabilità, quanto i singoli Paesi e governi” nazionali.