Cambiano, a Prato, gli orari di apertura del Museo dell’Opera del Duomo e tornano le visite agli affreschi di Filippo Lippi in cattedrale. I visitatori potranno, infatti, ammirare le splendide sale del Museo – sorto nel 1967 nelle prime due sale e poi ampliato nel 1976 per ospitare le opere provenienti dall’intera diocesi e i prestigiosi rilievi del pulpito di Donatello – e gli affreschi di Filippo Lippi in cattedrale dal lunedì al sabato dalle 12 alle 17 e la domenica dalle 13 alle 17 (chiuso il martedì).
Il biglietto d’ingresso è unico e avrà un prezzo ridotto, pari a 5 euro. “Siamo in una fase sperimentale, stiamo studiando nuove modalità per consentire al più vasto pubblico di tornare a vivere il Museo, ovviamente in piena sicurezza – ha dichiarato Claudio Cerretelli, direttore del Museo dell’Opera del Duomo –. Cambiamo gli orari e i costi e garantiamo così non solo la possibilità di visitare il museo, ma anche di ammirare la cattedrale anche negli orari in cui solitamente è chiusa e i bellissimi affreschi di Filippo Lippi”.
Gli ingressi al Museo sono contingentati (possono accedere massimo 35 persone contemporaneamente, distribuite tra i vari ambienti), sono consentite le visite di gruppo (massimo 12 persone) e non è necessaria la prenotazione. Al fine di garantire la massima sicurezza, all’interno del Museo sono stati creati appositi percorsi così da evitare eventuali sovrapposizioni o incroci di persone, l’entrata e l’uscita sono, infatti, state separate: si accede al museo dall’ingresso principale, quello posto sotto il campanile, mentre si esce dal cortile di fianco alla cattedrale. Nelle sale è obbligatorio l’uso della mascherina, così come la sanificazione delle mani prima di accedere al Museo.
“Alcune attività ancora non sono consentite, una fra tutte le visite didattiche – ha proseguito Cerretelli –. Non possono poi essere utilizzate le audioguide, così come le schede di sala in dieci lingue per spiegare le singole opere. Adesso è il momento di guardare al futuro. Insieme agli altri musei stiamo ripensando a un nuovo modo e nuove strategie comuni per superare questa fase e consentire a tutti di poter vivere sempre di più i nostri musei. Stiamo pensando a una didattica diversa, magari on line; ad un potenziamento dei social network, che sono stati fondamentali in questo periodo. Iniziative che non comportano lo stare insieme, una delle cose più belle ma allo stesso tempo oggi non gestibile, ma che consentono comunque di portare avanti le attività del museo e divulgare il suo ricco patrimonio storico, artistico e culturale”.