“Sono episodi che ci sconvolgono ma sappiamo qual è la situazione e quale la soluzione. Una soluzione che sembra non volersi mai realizzare, cioè trovare il modo per sbarazzarsi della baraccopoli e creare situazioni vivibili per quei ragazzi, restituendo loro la dignità che meritano”. Così don Luciano Vergura, direttore della Caritas diocesana di Manfredonia, commenta il dramma che ha investito la baraccopoli di migranti di Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia, per un incendio divampato all’alba e che ha causato la morte di un migrante. Il campo è tristemente famoso per essere uno dei “ghetti” che ospitano dei braccianti impegnati ogni giorno nelle campagne del Foggiano. “Il ragazzo che ha perso la vita – spiega don Vergura – era conosciuto da tutti, davvero in gamba, un bravo ragazzo e un bravo lavoratore. È una morte che ci sconvolge tutti ma non è neanche il primo episodio e ora è il caso di iniziare davvero ad alzare la voce e a denunciare chi davvero non sta permettendo che queste persone siano ricollocate in situazioni dignitose”. Sono anni che la discussione sui lavoratori migranti e i loro alloggi va avanti e in Regioni come la Puglia si sono anche fatte leggi ad hoc contro il caporalato: “Si sta facendo qualcosa, con qualche piccolo sostegno e qualche piccolo servizio, ma è ancora troppo poco – conclude il direttore della Caritas –. Serve davvero ripensare tutto il sistema di lavoro e accoglienza dei lavoratori dei campi. Queste occasioni ci devono permettere di dire che se davvero non vogliamo più rattristarci dobbiamo provare a mettere in atto quella risposta che abbiamo già affermato da tanto tempo. Noi come Caritas ci siamo, siamo pronti a supportare tutto il lavoro di ripensamento delle situazioni precarie dei migranti”.