Immigrati: Csvnet, “un capitale di risorse per il volontariato, protagonisti attivi della società”

Le persone di origine immigrata sono “un capitale di risorse” per le associazioni di volontariato e “protagonisti attivi” della società italiana. È quanto emerge dall’indagine promossa da Csvnet (l’associazione nazionale dei Centri di servizio al volontariato) e realizzata dal Centro studi Medì di Genova, contenuta nel volume “Volontari inattesi. L’impegno sociale delle persone di origine immigrata” (Edizioni Erickson), che sarà presentata il 22 giugno. Nelle anticipazioni diffuse oggi vengono indagati aspetti quantitativi e qualitativi. Le motivazioni che spingono le persone immigrate al volontariato sono molteplici: si inizia per sentirsi utili e dare il proprio contributo per una giusta causa (23%), perché si considera doveroso fare qualcosa per gli altri o per l’ambiente (21%), per aiutare altri immigrati (13%), o anche solo per fare un’esperienza nuova (14%), per mettere a frutto capacità sviluppate nel proprio percorso di vita che non trovano altre occasioni per poter essere espresse (7%), per senso di restituzione/gratitudine rispetto ad un aiuto ricevuto in un periodo della propria vita (8%). Per alcuni “può rispondere a un bisogno di auto-realizzazione espressiva, poiché consente di utilizzare competenze e capacità che rimangono in ombra in altri ambiti della propria vita”. Il volontariato può svolgere anche “una funzione di resilienza”: può essere una valida alternativa rispetto al disagio di non trovare lavoro e di “stare a casa senza far niente”. Tra gli aspetti che ostacolano l’impegno nella solidarietà c’è la scarsa conoscenza delle proposte di volontariato (15% dei rispondenti), la poca dimestichezza con la lingua italiana (14%), situazioni di discriminazione e razzismo (11%) o una generale chiusura delle associazioni rispetto a chi è diverso (11%).

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