“Dopo mesi di quarantena, voglio augurarmi che i cristiani abbiano conservato anzi accresciuta la fame e il desiderio del Signore, e ora anche la nostalgia della comunità. Qualcuno deve essersi disabituato e forse anche convinto che basti ‘vedere’ la messa per televisione. Invece Gesù ci vuole incontrare di persona, invita i suoi ad attenderlo fisicamente nel cenacolo per donare a ciascuno il suo corpo e il suo sangue da mangiare”. Lo ha detto il vescovo di Terni-Narni-Amelia, mons. Giuseppe Piemontese, nell’omelia dell’adorazione eucaristica per la solennità del Corpus Domini, celebrata ieri, in cattedrale, e in contemporanea nelle chiese parrocchiali, con la condivisione in streaming del messaggio del presule. “Gesù è il pane che ci alimenta, dà senso all’esistenza e alle relazioni – ha aggiunto il vescovo –. È il farmaco dell’immortalità, cioè la medicina, il vaccino che ci guarisce da ogni malattia: la solitudine, la malinconia, la tristezza; guarisce da qualunque peccato, che appesantisce la nostra coscienza e che tende a far marcire il mondo: orgoglio, arroganza, egoismo, lussuria, pigrizia, avarizia, rancore, vendetta, prepotenza, violenza”. Ribadendo che “la guarigione che ci viene da Gesù va accolta e preservata ogni giorno con l’Eucarestia”, mons. Piemontese invita a “riprendere il cammino: che sia un percorso nuovo che coglie l’essenziale e aiuta a impostare l’esistenza e la convivenza umana riscoprendo la bellezza delle piccole cose, il valore del creato, dell’ambiente, la gioia dell’amicizia, dello stare insieme, della nostra Chiesa, della vita di ciascuno”.
In seguito, la preghiera del presidente dell’Azione Cattolica diocesana, Luca Diotallevi, che ha posto l’accento sulla difficoltà sociali del momento attuale. Infine, il vescovo ha impartito la benedizione solenne con il Santissimo Sacramento ai fedeli presenti in chiesa e a tutta la città dal sagrato della cattedrale.