“La violenza è ovunque nelle nostre società” ma “nulla può giustificare pratiche ispirate al razzismo”. Chiudendo l’assemblea plenaria dei vescovi francesi, il presidente e arcivescovo di Reims, mons. Éric de Moulins-Beaufort, prende la parola sulle manifestazioni che, sulla scia degli Stati Uniti, si stanno svolgendo in Francia in nome di Adama Traoré, il ragazzo di 24 anni nero morto due anni fa, a seguito – così ha stabilito un’inchiesta – della tecnica di immobilizzazione adottata dai gendarmi, quella del “placcaggio ventrale”. “I giorni in cui ci siamo incontrati sono segnati dalla denuncia della violenza della polizia”, afferma l’arcivescovo di Reims che alla questione dedica un paragrafo del suo discorso conclusivo. “La violenza è insita nella vita sociale: il gruppo dominante ha difficoltà a lasciare un posto reale ai gruppi minoritari; i gruppi di minoranza a volte hanno difficoltà a sopportare la loro condizione con pazienza e talvolta cedono alla tentazione di esplodere”. Nel ribadire quindi che nulla può giustificare atteggiamenti di discriminazione razziale, mons. de Moulins-Beaufort chiama in causa tutti: “Il nostro comportamento collettivo rischia sempre di essere segnato da pregiudizi e dobbiamo tutti sempre convertirci. La violenza è sempre in agguato. Nessuno può affermare troppo rapidamente di essere innocente riguardo a questo tipo di atteggiamento”. “La differenza tra culture e storie ci sta mettendo alla prova”, ammette l’arcivescovo. “Lo vediamo anche nelle nostre assemblee, nelle nostre parrocchie, nei nostri raduni diocesani”. Da qui un appello alle comunità cristiane perché siano ovunque segni di “speranza” e costruttrici di “comunione”. “È quello che vogliamo fare, servire essendo ospitali gli uni verso gli altri, sostenendo coloro che saranno ancora più colpiti dalle conseguenze economiche e sociali della crisi sanitaria. Possa la nostra fede in Cristo renderci sempre vigilanti gli uni verso gli altri”.