Sono oltre 50mila le telefonate arrivate, con un vero e proprio picco di chiamate giornaliere durante il lockdown. Segno che il numero verde di supporto psicologico 800.833833, attivato da ministero della Salute e Protezione civile durante l’emergenza Covid-19 sta svolgendo un ruolo importante. Un servizio gratuito, attivo tutti i giorni dalle 8 alle 24, nato per fornire suggerimenti e supporto per aiutare a gestire l’ansia, lo stress e il disagio psicologico generato dall’inedita situazione creatasi con il diffondersi dell’epidemia e con l’adozione delle stringenti misure di isolamento sociale. L’assistenza telefonica, che si avvale dell’apporto tecnologico messo a disposizione gratuitamente da Tim, proseguirà sino alla fine di giugno, grazie alla preziosa collaborazione e alla partecipazione attiva degli psicologi di diverse associazioni e società scientifiche. Il primo livello vede impegnati 500 psicologi dell’emergenza; il secondo livello conta invece su 1500 psicoterapeuti. “Il servizio – si legge in un comunicato – sta ottenendo un altissimo il grado di soddisfazione: il 95,5% degli utenti ha ritenuto soddisfatte le aspettative e il 96,5% ha dichiarato di aver ricevuto tutte le informazioni richieste”. A chiamare molti anziani (28,9%) ma è significativo anche il numero di studenti (9,8%). L’età media è attualmente di 49 anni, qualche anno in meno di quella che caratterizzava le chiamate durante la fase di lockdown (52 anni).
Le motivazioni sono legate a stati ansia (14%), depressione (13%) o più frequenti stati di preoccupazione generalizzata e altre problematiche pregresse emerse a causa dell’emergenza (oltre il 40%). Merita attenzione il dato di persone con problemi di irritabilità (2%), con disturbi del ciclo sonno-veglia (2%) e con problemi di relazione (1,2%). Con la fine del lockdown è raddoppiato il numero di persone che hanno chiamato per ricevere sostegno nell’elaborazione di un lutto (dal 1,6% al 3,2%) non necessariamente legato al Covid-19. Le problematiche più importanti, per le quali si è riscontrata la necessità di interventi terapeutici (farmacoterapia o psicoterapia), sono state indirizzate ai servizi socio-sanitari pubblici, altre hanno usufruito della possibilità di ricevere un ascolto approfondito e competente anche attraverso un numero maggiore di colloqui di approfondimento. Una volta superata la fase dell’emergenza, conclude il comunicato, “progressivamente si sta tornando a gestire la richiesta di assistenza psicologica attraverso la rete di strutture e professionalità del Ssn, al centro di importanti piani di rafforzamento e valorizzazione a cui sta quotidianamente lavorando il ministero della Salute”.