“Utilizzando apposite misure di contrasto si eviteranno contratti e transazioni che sono l’antitesi della corretta amministrazione. Si potrà eliminare la piaga degli sprechi, le perdite, e quindi, prevenire la corruzione nelle sue diverse forme”. Lo dice Vincenzo Buonomo, rettore della Pontificia Università Lateranense e docente di diritto internazionale, oltre che consigliere dello Stato della Città del Vaticano, in una intervista ai media vaticani sul motu proprio di Papa Francesco sui contratti e gli appalti per Santa Sede e Stato della Città del Vaticano. L’esperto spiega che “il testo va a disciplinare le procedure di assegnazione e le modalità di realizzazione relative ai contratti di concessione o di appalto che consentono ai Dicasteri della Curia Romana, alle Istituzioni collegate alla Santa Sede e al Governatorato dello Stato della Città del Vaticano di avvalersi di opere, di lavori o di servizi e forniture”. Soffermandosi sulle ragioni che hanno reso necessarie le nuove norme, Buonomo evidenzia che si tratta di “ragioni ecclesiali, ma anche l’esigenza di dare forma agli obblighi internazionali assunti dalla Santa Sede, anche nella sua funzione sovrana sullo Stato della Città del Vaticano”. “Nella nuova normativa si ritrova l’idea della Dottrina sociale di legare l’azione alle reali esigenze di una comunità. Le nuove norme diventano lo strumento per superare problemi e consentire ad Enti e ad operatori di procedere, unendo alla necessaria efficacia il controllo della gestione delle stesse operazioni”. Infine, il consigliere cita alcune delle nuove disposizioni ed evidenzia che “gli enti saranno chiamati a programmare e a razionalizzare la spesa facendo la dovuta pianificazione nel rapporto tra risorse disponibili e obiettivi da conseguire, sapendo che la vigilanza e il controllo saranno esercitati”.