Festa della Repubblica: Garofalo (Centro studi La Pira), “quest’anno è carica di significato per la ripartenza”

“Nell’anno in cui la pandemia da Covid-19 ha stravolto le vite e la società, la Festa della Repubblica è carica di significato per la ripartenza. Lo testimonia anche la scelta fatta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di recarsi a Codogno, per manifestare la vicinanza di tutto il Paese nei confronti di chi ha sofferto così tanto”. Lo afferma Francesco Garofalo, presidente del Centro studi “Giorgio La Pira” di Cassano all’Jonio alla vigilia del 2 giugno.
“Di certo – evidenzia Garofalo – è una celebrazione diversa, segnata dai tanti volti che hanno pagato con la vita questa difficilissima fase che l’Italia ha vissuto. Oggi, più che mai, da questa pagina buia, nel solco dei valori espressi dai Padri Costituenti, occorre essere consapevoli che solo la solidarietà, la condivisione e un nuovo umanesimo, daranno quella necessaria tranquillità e speranza per un futuro migliore, in particolare, alle giovani generazioni desiderosi di poter contribuire alla crescita dell’intero Paese”.
Per il presidente del Centro studi “Giorgio La Pira”, “abbiamo bisogno di praticare attenzione e rispetto reciproco, nella libertà e nella legalità, per avanzare sulla strada del progresso, con il dinamismo che contrassegna il mondo contemporaneo in cui viviamo”. “Un dinamismo che però spesso porta a distrarci dai valori universali, dal significato profondo della nostra esistenza, dal vivere ogni momento autenticamente con le persone che ci circondano”, prosegue Garofalo, aggiungendo un invito: “Riscopriamo il valore della riflessione e della meditazione; valorizziamo la competenza e l’esperienza; ricerchiamo la saggezza tenendo ben in mente che la Repubblica è nata da chi ha combattuto contro ogni forma di oppressione”. “Il 2 giugno, deve ricordarci anche che ci sono ancora troppe disuguaglianze nel nostro Paese, a cominciare dal nostro Mezzogiorno, e ci deve rinsaldare nel proposito di superare queste differenze e di lottare per una sana convivenza civile. Siamo un popolo votato all’apertura – conclude -, capace di accoglienza e di gesti ricchi di umanità per dare il meglio quando la situazione lo richiede”.

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