Coronavirus Covid-19: mons. Tani (Urbino), “possiamo essere sicuri che non faremo naufragio”

“Non sia turbato il vostro cuore”. È la frase di Gesù che dà il titolo alla decima lettera di mons. Giovanni Tani, arcivescovo di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado, indirizzata alla sua comunità in tempi di Coronavirus. “Ci può aiutare un vocabolario per specificare che turbamento – scrive il presule – significa: agitazione, ansia, apprensione, preoccupazione, inquietudine, paura, smarrimento, sconvolgimento, sconcerto, sbalordimento, sbigottimento, emozione, commozione, impressione, trepidazione. Il contrario di calma, serenità, tranquillità, autocontrollo”. Questo imperativo di Gesù, per Tani, “ci aiuta a entrare nell’umanità di Gesù e nei suoi sentimenti. Però Gesù non si lascia bloccare da questo stato d’animo e invita noi a fare lo stesso. Quante volte siamo turbati nella vita! In questo periodo di pandemia, poi, pensiamo spesso alla nostra situazione, al nostro futuro, a cosa potrebbe succedere a noi o ai nostri cari. Per non dire di coloro che si trovano dentro ai problemi in modo drammatico”. “Come facciamo a non turbarci?”, la domanda dell’arcivescovo: “Dobbiamo essere come bambini che nella paura afferrano la mano del babbo e si sentono sicuri”. Mons. Tani, inoltre, ricorda che nella Lettera agli Ebrei si legge che “quando attraversiamo il mare della vita spesso molto agitato”, abbiamo un’àncora in cielo, “fissata nel cuore della Trinità: siamo invitati ad afferrarci saldamente alla speranza… In essa infatti abbiamo come un’àncora sicura e salda per la nostra vita: essa entra fino al di là del velo del santuario, dove Gesù è entrato come precursore per noi”. “Quindi possiamo essere sicuri che, comunque, non faremo naufragio”, il commento del presule: per Charles Peguy, “la speranza è questa bambina spensierata che prende per mano la fede e la carità e se le trascina avanti”.

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