“La salvezza viene non dal ruolo che si ha nella Chiesa”, ma dalla capacità di “diventare piccoli”. Lo ha detto oggi mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, nell’omelia della messa in memoria di San Maurelio, vescovo e martire, copatrono della città di Ferrara, celebrata nella basilica ferrarese di S. Giorgio fuori le Mura. “Con questa consapevolezza – ha proseguito – S. Maurelio ha accettato il servizio episcopale, divenendo, secondo la tradizione, o l’ultimo vescovo di Voghenza o il primo vescovo di Ferrara”. La storia della santità, ha spiegato il presule, “è la storia di chi ha scelto la via della piccolezza, la strada della minorità, nella duplice consapevolezza che tanto più lasciamo spazio al Signore nella nostra vita, tanto più il Signore fa cose grandi; tanto più i piccoli hanno posto nella nostra vita, tanto più il Signore è presente. In questo senso, la vita di S. Maurelio è stata ‘un piccolo riflesso della perfezione di Dio, che dona e perdona in modo sovrabbondante'”, ha osservato facendo sue le parole di Papa Francesco nell’esortazione Gaudete et exsultate. Per mons. Perego, S. Maurelio è “il santo della quotidianità, che celebra l’Eucaristia, il pane di vita per ogni giorno – il cui bisogno abbiamo sentito forte nei tempi della privazione per la pandemia – per invocare la benedizione di Dio e la sua protezione sul popolo ferrarese”. “In questa valle oscura” in cui “camminiamo, ancora segnata da sofferenza e paura – ha concluso l’arcivescovo -, la testimonianza evangelica del martire S. Maurelio ci aiuta a guardare avanti, confidando in Gesù che è la nostra risurrezione e la nostra vita”.