Biancheria da letto e bagno e tutti i prodotti di igiene personale. È quanto può ricevere una delle mamme accolte nelle comunità di Fondazione Arché, grazie alle donazioni in occasione della Festa della Mamma. A certificarlo è la pergamena personalizzata, nel ventinovesimo anniversario di fondazione di Arché, che ogni donatore riceve. Insieme alla pergamena sono anche altre le opportunità che la Fondazione mette a disposizione di chiunque voglia dare il proprio contributo nel sostegno alle mamme in difficoltà: attrezzi da cucina, dispositivi elettronici, biciclette e tutti gli altri articoli che compaiono nella sezione del Temporary Solidale del sito della Fondazione.
Sceglierne uno oppure sostenere una mamma con una pergamena è un modo per dare una mano alle madri e ai loro figli supportati dalla Fondazione che, fin dalla nascita, ventinove anni fa, è impegnata al fianco di mamme e bambini. Prima di quelle sieropositive e dei loro piccoli quando lo stigma sociale e la paura nei loro confronti le condannava a una solitudine senza appello, ora delle donne con figli e dei nuclei familiari più in difficoltà e ai margini della società per motivi economici, sociali o relazionali.
Per accompagnarli verso l’autonomia infatti, Fondazione Arché ha promosso tutta una serie di progetti e servizi utili, dalle comunità mamme e bambino agli appartamenti di housing sociale, passando per l’aiuto nella ricerca del lavoro, oltre che per il supporto garantito in vari ospedali di Milano, Roma e San Benedetto del Tronto. Nel corso del solo 2019, nei vari ambiti, gli operatori e le operatrici hanno intercettato e dato risposta ai bisogni di migliaia di persone. Una sfida che, nei giorni della pandemia, si è fatta ancora più impegnativa, visto il gran numero di persone, donne con bambini e nuclei famigliari in difficoltà.
“Celebrare la festa della mamma è dare vittoria alla vita in questo tempo appesantito dalla paura e dalla morte. E la vita avviene sempre attraverso colei che ben conosce il dolore e la fatica, presagio di quanto anche ciascuno di noi è chiamato a fare nella consegna dei giorni – dice padre Giuseppe Bettoni, presidente di Fondazione Arché -, una parola è d’obbligo oggi ai figli: grazie. E se non tutti possono essere o madre o padre, tutti però siamo figli e per questo la gratitudine è doverosa e fonte di speranza”.