“Cari confratelli, il popolo degli indigenti sta crescendo a causa della pandemia che flagella il mondo. Crescono i bisognosi dell’essenziale, che improvvisamente viene meno: il pane, il denaro per pagare le utenze, i mutui, le cure necessarie, gli studi dei figli, l’assistenza agli anziani”. Lo scrive il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, in una lettera inviata ai sacerdoti della sua diocesi per ringraziarli per il lavoro che quotidianamente svolgono anche in favore dei più poveri e dei più fragili. Nell’occasione, il porporato invita a conoscere l’iniziativa della Caritas diocesana “Progetto Tobia”, a sostegno di persone o famiglie in difficoltà, grazie alla quale “alcune famiglie si offrono per aiutare altri nuclei mettendo a disposizione dei risparmi, a volte sono anche disponibili ad affiancarsi”. “Ancora una volta – si legge nel testo pubblicato sul sito web della diocesi – emerge la centralità della famiglia” e si vede che “il ruolo della famiglia, nonostante le difficoltà, resta intatto, e per essa le Istituzioni devono fare molto di più e subito, non per sostenere ma per investire su questa realtà, che è la più importante risorsa”. Nonostante le difficoltà, aggiunge il porporato, “la Chiesa c’è e continua la sua missione di evangelizzazione e di carità per la promozione integrale di ogni persona” e, “come sempre, la rete delle parrocchie, dei sacerdoti, delle organizzazioni diocesane e associative costituisce un presidio che non può fare miracoli, ma spesso ‘moltiplica’ pani e pesci”. A proposito dell’aumento della povertà e delle richieste di aiuto il cardinale mette in guardia da possibili esiti ancora più drammatici: “Il ragazzo che con vergogna chiede da mangiare o la persona che domanda il sapone per lavarsi dicono non solo il bisogno materiale, ma anche dell’anima, che si sente schiacciata dall’incertezza e dalla vergogna di mendicare. Alla penuria si può resistere, ma l’umiliazione perdurante può portare al peggio”.