“La visione del nuovo ponte rinnova la speranza e conferma la fiducia che insieme si può, ed è più bello, superare le prove. È un messaggio di cui abbiamo bisogno in questa durissima prova della pandemia che flagella il mondo. Uniti, stringendo i denti nelle limitazioni quotidiane, torneremo a vedere la luce, ci incontreremo ma in modo nuovo, gusteremo la strada, lo stare sotto il cielo col sole e con la pioggia, vedremo con occhi lieti, nuovi, la bellezza della normalità di tutti i giorni. Ma non dovremo dimenticare l’oggi”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Genova, il card. Angelo Bagnasco, nell’omelia pronunciata durante la celebrazione eucaristica che ha presieduto nella parrocchia di Certosa. “Sono venuto qui – ha spiegato il cardinale – vicino al nuovo ponte che va a sostituire il ponte Morandi, tragedia dell’agosto 2018”. “Com’è noto, la struttura è completata con l’ultimo impalcato, e presto sarà rifinito e percorribile tutto quanto”, ha proseguito l’arcivescovo evidenziando come “la città sarà ricongiunta grazie all’arteria più veloce”. La soddisfazione è grande, e l’ammirazione – ha osservato – va oltre il nostro Paese. L’opera è guardata come un’opera solida e snella, come un esempio di architettura, di organizzazione, di tempistica e di lavoro”.
“La giusta soddisfazione non oscura, però, la memoria, e Genova non dimentica la tragedia che abbiamo tutti vissuto”, ha sottolineato Bagnasco, ammonendo: “Deve restare nei nostri cuori, e resterà. Resterà come preghiera per le vittime, come vicinanza ai loro parenti e amici, agli sfollati del quartiere, a quanti hanno perso il lavoro”. “Le tragedie – ha notato riferendosi anche all’attualità – portano morte, dolore e disagi, ma contengono anche sfide e spinte di rinascita, di volontà di rialzarsi”. E per le realizzazione del nuovo ponte, il porporato ha voluto dire “grazie a coloro che hanno lavorato senza tregua, con competenza e determinazione. Ai lavoratori, che hanno mostrato passione, genio, coraggio, e alle loro famiglie, la nostra particolare riconoscenza”.