“Senza coraggio – necessario per scegliere lo stile di vita cristiano – non ci può essere una scelta vocazionale, ma solo una scelta di comodo”. Lo ha detto mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, nell’omelia della messa che ha celebrato ieri, nella Giornata mondiale delle vocazioni, nel santuario dell’Aula Regia. “Seguire il Signore dà pienezza, qualità al nostro stile di vita”, ha aggiunto il presule che ha citato in più occasioni Papa Francesco, per spiegare che “ogni vocazione comporta un impegno”. E, secondo l’arcivescovo, è necessario il coraggio, “quando siamo costretti a riordinare la nostra vita, abbandonando le consuetudini o ‘lo scoraggiamento interiore che ci blocca e non ci permette di gustare la bellezza della vocazione’, ci ricorda sempre il Papa – ha aggiungo mons. Perego –; quando dobbiamo cambiare direzione nel nostro cammino di vita rispetto agli amici, al nostro lavoro; quando dobbiamo lasciare gli affetti, la casa, il paese”.
Guardando a “questo tempo di sofferenza e di privazione”, l’auspicio del presule che “ci renda ancora più consapevoli che il Signore Gesù è ‘la porta’, attraverso la quale entriamo nella Chiesa e troviamo la vita in abbondanza, troviamo la salvezza”. Infine, mons. Perego ha messo in guardia dal mondo che “talora ci apre altre porte, ci invita a scegliere altri stili di vita che conducono non nella casa del Signore, ma a rovinare e distruggere, strumentalizzare le persone per fini personali o di altro genere”. “Dobbiamo guardarci da questa tentazione e fidarci del Signore, Buon Pastore e, da battezzati, entrare nella Chiesa e aprire le porte della Chiesa”.