Una lettera per esprimere il “debito di gratitudine verso tutti” contratto “per la vicinanza, l’affetto, l’incoraggiamento, la trepidazione e la preghiera con cui vi siete resi presenti durante questo tempo di prova”. Dimesso ieri dall’ospedale dove, da più di un mese, era ricoverato perché positivo al Covid-19, mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, ha voluto farsi vicino a chi gli è stato compagno in questo duro periodo. “Accanto alla gioia di ritornare a casa c’è, ancora più grande e più bella, quella di ritornare tra voi”, ha scritto il presule ad inizio della missiva. Nello spiegare i motivi del suo scrivere, il vescovo sceglie il Vangelo del giorno dedicato al Buon Pastore e scrive: “ho pensato di prendere questa parabola bella che, per l’esperienza che ho attraversato, mi dice qualcosa di nuovo, mi indica una via, che voglio utilizzare per dirvi grazie. Il Signore in questa similitudine ci ha mostrato che chi entra per la porta è pastore, le pecore lo riconoscono e gli obbediscono. Egli le chiama ciascuna per nome e le conduce fuori”.
Il presule aggiunge: “il mio grazie se ci riesco – per questo vi chiedo di pregare ancora per me – è di ritornare nel gregge, attraverso l’unica porta che è Cristo. Questa porta per me oggi ha il suo volto nella realtà della croce, attraverso la quale Dio mi ha voluto far passare per purificarmi e per entrare più profondamente nella sua vita e in quella del suo popolo. Volto e verità della croce, della malattia, della sofferenza, della solitudine, ma anche volto di luce, di vita e di resurrezione, che è per tutti la sua e la nostra Pasqua che, nonostante tutto, giunge sempre puntuale in ogni notte”.