“Dobbiamo pensare anche al bisogno di tanti cristiani, alla loro sopravvivenza spirituale, perché senza i sacramenti non sono in grado di sopravvivere nella vita dello spirito e non è possibile una vita cristiana piena”. Lo ha detto ieri il vescovo di Terni-Narni-Amelia, mons. Giuseppe Piemontese, pellegrino a Narni, dove ha celebrato nella concattedrale la solennità del patrono san Giovenale. Alla celebrazione ha partecipato il sindaco Francesco De Rebotti, che ha donato l’olio e acceso la lampada votiva davanti al busto del santo, recitando la preghiera di affidamento al patrono. Soffermandosi sulla celebrazione senza presenza di fedeli, per evitare il contagio di Covid-19, il presule ha affermato che si tratta di una “cosa che genera sofferenza e mortificazione per tanto isolamento e solitudine”.
Il vescovo ha poi ricordato quanti in questo periodo sono stati “buoni pastori per le persone che hanno avuto accanto, non solo presbiteri o autorità, ma persone comuni, medici e infermieri che hanno dato la vita per salvare tanti malati in questi mesi”. “Loro sono i veri pastori, i santi della porta accanto”. Il vescovo ha riconosciuto che “in questo tempo di epidemia siamo spinti a vivere con intensità le limitazioni, le sofferenze e i disagi che con rapidità improvvisa ci sono capitati addosso”. “In questi due mesi abbiamo pregato da casa, abbiamo forse scoperto la dimensione della famiglia quale chiesa domestica – ha osservato mons. Piemontese –, abbiamo assistito alla messa trasmessa in streaming: ebbene ciò non può durare a lungo, non può bastare. È conforto e consolazione per chi non può partecipare con la presenza, aiuta la fede e sostiene la speranza, ma non è sufficiente ad alimentare la vita spirituale”.