“La tragedia che stiamo vivendo rischia di rubarci la speranza e di renderci preda dello scoraggiamento e del pessimismo. Rivolgiamoci al Signore Gesù risorto, perché egli non smentisce mai le sue promesse. Al governo e al comitato scientifico diciamo che siamo loro vicini per l’impegno e le fatiche nella lotta intrapresa contro il virus e li ringraziamo di cuore. Un grazie lo vogliamo dire pure al personale sanitario e a numerosi volontari presenti quotidianamente sul campo”. Lo scrive il vescovo di Concordia-Pordenone, mons. Giuseppe Pellegrini, nella “Lettera per la Fase 2” inviata ai preti della diocesi. “Con ogni mezzo facciamoci prossimo – l’invito del presule -. La fede cristiana si fonda sulla presenza viva di Gesù, nato, morto e risorto e sulla mediazione della Chiesa attraverso i segni sacramentali. Pertanto è necessario, nel rispetto delle indicazioni di distanziamento e di contenimento del virus, riprendere quanto prima la possibilità di celebrare l’Eucaristia e i sacramenti”.
Il vescovo ha predisposto una serie di iniziative per l’avvio della “Fase 2”. Innanzitutto, ricordando che “Papa Francesco ha invitato le famiglie a recitare insieme ogni giorno il Rosario”, evidenzia che “una proposta praticabile può essere quella di recitare ogni sera il Rosario in una via del paese con queste modalità: il parroco organizza, con il consenso del sindaco, cinque soste lungo una via del paese, recitando in ognuna di queste una decina del Rosario, in modo tale che le famiglie rimanendo nel proprio cortile o affacciandosi dalle abitazioni possano unirsi in preghiera. Sarà necessario un mezzo di amplificazione e un’immagine mariana, che si possono portare con l’aiuto di un paio di persone”.
La seconda iniziativa è il ritiro spirituale per tutti i preti della diocesi in diretta streaming sul canale Youtube della diocesi “Comunicare la speranza” giovedì 14 maggio dal santuario Madonna del Monte, con diretta dalle ore 10.30.
Infine, “il Fondo di solidarietà per le parrocchie più bisognose grazie al contributo della Cei ad ogni diocesi in questo tempo di pandemia: 200.000 euro provenienti dalla Cei e altri 100.000 euro messi a disposizione direttamente dalla diocesi”. “La tradizionale offerta del Giovedì santo, anche se quest’anno non abbiamo potuto celebrare la Messa crismale: se noi e le nostre celebrazioni abbiamo conosciuto sofferte restrizioni, non conosca restrizione la carità da parte nostra”, l’invito di mons. Pellegrini.