“Un alunno su due non riesce a seguire le lezioni a distanza. Uno su cinque non possiede un pc, un tablet o una connessione internet”. È quanto emerge dai colloqui con un campione di responsabili dei 302 doposcuola parrocchiali della diocesi di Milano, realizzati durante la quarantena dovuta al Covid-19 dagli operatori dell’area minori di Caritas Ambrosiana. Dalle interviste compiute si evince che “le più penalizzate sono le famiglie più numerose che hanno dovuto condividere gli strumenti tecnologici tra i figli in spazi abitativi ridotti; le famiglie economicamente più fragili, ulteriormente impoverite dall’interruzione o dalla perdita del lavoro per il lockdown; le famiglie meno attrezzate culturalmente, che non sono riuscite ad assistere adeguatamente i figli nello svolgimento dei compiti assegnati dai docenti, nei casi in cui, per le modalità con cui si sono svolte le lezioni a distanza, era necessario un loro significativo supporto”. Poiché realizzata in modo eterogeneo dai singoli maestri e insegnanti, la didattica a distanza ha comportato un aumento delle disuguaglianze nell’apprendimento che può favorire, secondo gli operatori della Caritas Ambrosiana, il rischio dell’abbandono scolastico.
Da questo contesto è nato il progetto “Nessuno resti indietro” contro la povertà educativa e il digital divide. “L’iniziativa – spiega una nota della Caritas di Milano – intende coinvolgere in maniera attiva i doposcuola parrocchiali per supportare quelle famiglie i cui figli hanno sviluppato lacune in questi mesi di lockdown e le vuole attrezzare ad affrontare meglio la didattica a distanza, che probabilmente continuerà a essere praticata anche alla ripresa delle scuole a settembre e in ogni caso può diventare una forma di sostegno didattico complementare a quello fornito dagli stessi doposcuola con le lezioni in presenza”. I doposcuola parrocchiali in diocesi di Milano sono 302, coinvolgendo quasi 10mila ragazzi e migliaia di insegnanti ed educatori volontari. Quasi il 90% degli utenti dei doposcuola è costituito da alunni delle elementari e delle medie, il 10% proviene anche dalle scuole secondarie di secondo grado (in genere il biennio delle ex superiori) dove più frequenti sono i casi di abbandono. I bambini e gli adolescenti che frequentano i doposcuola sono oggi prevalentemente di origine straniera (57,8%) e in molti casi provengono da famiglie che hanno problemi economici (per il 34,6%) o di lavoro (per il 26,1%).