“Se i partiti politici e i gruppi parlamentari sono favorevoli a un Consiglio superiore della magistratura formato in base a criteri nuovi e diversi, è necessario che predispongano e approvino in Parlamento una legge che lo preveda: questo compito non è affidato dalla Costituzione al presidente della Repubblica ma al Governo e al Parlamento”. Lo si legge nella nota dell’Ufficio stampa della presidenza della Repubblica sulle vicende inerenti al mondo giudiziario, diffusa ieri sera.
“Governo e Gruppi parlamentari hanno annunziato iniziative in tal senso e il presidente della Repubblica auspica che si approdi in tempi brevi a una nuova normativa. Risulterebbe, peraltro, improprio un messaggio del presidente della Repubblica al Parlamento per sollecitare iniziative legislative annunciate come imminenti. Al presidente della Repubblica competerà valutare la conformità a Costituzione di quanto deliberato al termine dell’iter legislativo, nell’ambito e nei limiti previsti per la promulgazione”, chiarisce la nota.
Per quanto attiene alla richiesta che il presidente della Repubblica si esprima sul contenuto di affermazioni fatte da singoli magistrati contro esponenti politici “va ricordato che, per quanto gravi e inaccettabili possano essere considerate, sull’intera vicenda sono in corso un procedimento penale e diversi procedimenti disciplinari e qualunque valutazione da parte del presidente della Repubblica potrebbe essere strumentalmente interpretata come una pressione del Quirinale su chi è chiamato a giudicare in sede penale o in sede disciplinare: la giustizia deve fare il suo corso attraverso gli organi e secondo le regole indicate dalla Costituzione e dalle leggi”.
È appena il caso di ricordare, precisa la nota, che “un eventuale scioglimento del Consiglio superiore della magistratura comporterebbe un rallentamento, dai tempi imprevedibili, dei procedimenti disciplinari in corso nei confronti dei magistrati incolpati dei comportamenti resi noti, mettendone concretamente a rischio la tempestiva conclusione nei termini previsti dalla legge”.
In merito alle vicende che hanno interessato la Magistratura, conclude la nota, “il presidente della Repubblica, come ha già fatto in passato, tornerà a esprimersi nelle occasioni e nelle sedi a ciò destinate, rimanendo estraneo a dibattiti tra le forze politiche e senza essere coinvolto in interpretazioni di singoli fatti, oggetto del libero confronto politico e giornalistico”.