“Il Tavolo Asilo nazionale, che ha tra i suoi obiettivi l’emersione e la regolarizzazione di tutti i lavoratori stranieri presenti sul nostro territorio, sostiene gli emendamenti che su questa materia la campagna Ero straniero ha elaborato perché vengano presentati alla Camera durante il dibattito sulla conversione in legge del ‘decreto Rilancio’. Il fine è quello di ampliare il più possibile il numero delle persone che potranno beneficiare della regolarizzazione”. Lo si legge in un comunicato del Tavolo Asilo, composto da una trentina di sigle nazionali fra cui Caritas, Migrantes, Acli, Comunità Papa Giovanni, Centro Astalli. “In primo luogo va dunque consentito ai datori di lavoro di tutti i settori economici, che impiegano personale straniero, di poterlo assumere e mettere in regola. Se si vuole combattere davvero l’illegalità e l’invisibilità di centinaia di migliaia di lavoratori, non ha senso limitarsi soltanto a quelli impegnati in attività agricole o in lavori domestici e di cura. Sappiamo infatti che gli stranieri sono largamente impiegati nell’edilizia, nella logistica, nel settore manifatturiero e in molti altri. La possibilità di avere un contratto di lavoro è fondamentale per usufruire di tutti quei diritti di cui godono i lavoratori regolari, uscendo così dall’emarginazione e dallo sfruttamento”.
Un altro punto “che va modificato è quello relativo alla documentazione che il lavoratore straniero deve presentare per dimostrare di essere presente nel Paese da prima dell’8 marzo 2020 e poter così accedere alla regolarizzazione, che invece va garantita a tutti coloro che hanno i requisiti per mettersi in regola, semplificando le pratiche richieste per dimostrare la presenza richiesta”. Infine, “è indispensabile prevedere un termine che vada oltre il 15 luglio per la presentazione della domanda, tenendo conto dei tempi di approvazione delle misure e la poca chiarezza sulle procedure”. Il Tavolo Asilo si unisce dunque all’appello rivolto alla maggioranza perché queste proposte vengano accolte dal Parlamento “e l’intervento di regolarizzazione coinvolga il maggior numero di persone straniere possibile”.