Coronavirus Covid-19: Cantelmi, contro movida fuori controllo “dare voce ai giovani responsabili”. No a “riduttivismo tecnologico”, sì a “ricostruire relazioni”

Dare voce “ai tanti giovani che, lontani dai riflettori, si stanno mostrando capaci e responsabili indossando mascherine, mantenendo il distanziamento e divertendosi in modo intelligente senza mettere a rischio se stessi gli altri. È importante che siano i giovani stessi a diffondere con la propria testimonianza buone informazioni e comportamenti corretti”. Non ha dubbi lo psichiatra Tonino Cantelmi, professore di Cyberpsicologia presso l’Università europea di Roma e presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici (Aippc): è solo la testimonianza “tra pari”, spiega in un’intervista al Sir, che può convincere a comportamenti responsabili i protagonisti delle movide fuori controllo di questi giorni. E sull’auspicato “cambiamento in meglio” dopo il trauma della pandemia afferma: “Noi ci adatteremo allo shock provocato dalla crisi, troveremo certamente una forma di adattamento, ma non so se saremo migliori o peggiori di prima. In ogni caso, qualsiasi miglioramento dovesse esserci, lo abbiamo pagato un prezzo troppo alto – basti pensare al numero delle vittime e al modo in cui sono morte – per poterne gioire”. E attenzione al “tecno-entusiasmo” di chi crede di avere scoperto la tecnologia digitale come soluzione ai problemi dell’umanità. “Più che essere un beneficio”, questo “riduttivismo tecnologico” potrebbe “aprire il varco ad un nuovo maleficio. Smartworking, aperitivi online, cybersex, didattica a distanza: un eccesso di individualismo tecnomediato che rischia di compromettere le relazioni interpersonali”. Invece, assicura lo psichiatra, “la vera ripartenza dopo il trauma è proprio nella ricostruzione di autentiche relazioni con gli altri, nel ricominciare a guardarsi negli occhi”.

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