“La sfida del Covid-19 ci ha cambiati, non saremo più quelli di prima. Certamente potremmo essere migliori, solo se ci lasceremo guidare veramente dallo Spirito Santo, che ci fa vincere ogni paura e ci rende capaci di fare della nostra vita un dono d’amore che supera persino lo sgomento della morte”. Lo ha detto l’arcivescovo di Monreale, mons. Michele Pennisi, durante la veglia di Pentecoste, ieri sera, nella cattedrale di Monreale. “Ci è richiesto un supplemento d’amore che sia in grado di aprire i cuori ad una nuova speranza, ad uno nuovo stile di vita che pur mantenendo per ora il distanziamento sociale superi l’isolamento, che potrebbe farci correre il rischio di non prenderci più cura dell’altro, per paura di essere contagiati”, ha aggiunto il presule.
Mons. Pennisi ha richiamato il messaggio di Papa Francesco alle Pontificie Opere Missionarie, dove ha sottolineato che “il tratto genetico e più intimo della Chiesa è quello di essere opera dello Spirito Santo e non conseguenza delle nostre riflessioni e intenzioni”. “È lo Spirito Santo che accende e anima la missione, che è un’altra cosa rispetto ad ogni proselitismo politico o culturale, psicologico o religioso”, ha osservato l’arcivescovo. Quindi, l’attenzione alla “promozione di cristiani laici come protagonisti della missione della Chiesa”. “Papa Francesco mette in guardia chi fa parte di organismi e realtà organizzate nella Chiesa dalla tentazione di un sentimento elitario, dall’idea di appartenere a un’aristocrazia”.