Nel mese di maggio 2020 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,1% sia su base mensile sia su base annua. La variazione tendenziale era nulla nel mese precedente. Lo scrive l’Istat nella nota con i dati provvisori dei prezzi al consumo per il mese di maggio 2020, riportando le stime preliminari. Secondo l’Istituto di statistica, la flessione tendenziale dell’indice generale dei prezzi al consumo è imputabile prevalentemente “alla dinamica dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, che accentuano il loro calo (da -7,6% a -12,2%)”. E anche la flessione congiunturale dell’indice generale è dovuta per lo più alla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-4,2%), “solo in parte compensata dall’aumento dei prezzi dei Beni alimentari (+0,7%)”. “L’inflazione acquisita per il 2020 è pari a zero per l’indice generale e a +0,7% per la componente di fondo”, segnala l’Istat. Per quanto riguarda, i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona l’Istituto di statistica sottolinea una crescita lieve, da +2,5% a +2,6%, mentre i prodotti ad alta frequenza d’acquisto registrano una variazione tendenziale nulla (da +0,8% di aprile). “Nel mese di maggio l’inflazione in Italia torna negativa per la prima volta da ottobre 2016 (quando la flessione dell’indice generale fu pari a -0,2%) – spiega l’Istat -. Tuttavia, a determinare questo andamento è soprattutto la flessione dei prezzi dei carburanti (una delle componenti più volatili del paniere), che spingono la diminuzione dei prezzi dei prodotti energetici a un’ampiezza (-12,7%) che non si registrava da luglio 2009 (quando si attestò a -14,6%). Al netto degli energetici, l’inflazione sale infatti a +1,1% e la componente di fondo a +0,9%. In questo contesto, i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona mantengono una crescita sostenuta (+2,6%), accelerando di un decimo di punto rispetto ad aprile”.