Dopo quasi tre mesi di azione contro il Covid-19 in Italia, nei luoghi simbolo dell’epidemia come ospedali e strutture per anziani e sul territorio tra medici di famiglia e spazi di aggregazione sociale, Medici senza frontiere (Msf) porta a termine le attività nel lodigiano e nelle Marche, che hanno visto impegnati più di 60 operatori, tra medici, infermieri, esperti di igiene, promotori della salute e psicologi, con alle spalle una lunga esperienza nella gestione di epidemie complesse. L’intervento di Msf in Italia continua, invece, in alcune carceri in Lombardia, Piemonte e Liguria per proteggere dal contagio detenuti, agenti e operatori, a Roma con attività tra le comunità più vulnerabili nella periferia urbana e nella provincia di Catania supportando il servizio di sorveglianza epidemiologica che individua e registra i nuovi casi e i loro contatti.
“In questi mesi abbiamo lavorato per proteggere il personale sanitario negli ospedali, ma anche chi è impegnato sul territorio, perché è sul territorio che si vince il coronavirus, attraverso attività di prevenzione, sorveglianza e igiene pubblica. Non è il momento di abbassare la guardia perché il rischio di nuove ondate epidemiche non può essere escluso. A febbraio nessuno poteva dirsi in grado di rispondere all’emergenza, oggi però nessuno può permettersi di farsi trovare impreparato. La salute è un diritto di tutti, per garantirlo il sistema sanitario deve essere rafforzato, non indebolito da pericolosi tagli di risorse”, dichiara Claudia Lodesani, presidente di Msf e coordinatrice medica dell’intervento di Msf per il coronavirus in Italia.
L’intervento dell’organizzazione sul coronavirus, in Italia e nel mondo, si basa su un approccio di salute pubblica, che oltre alla cura del singolo paziente affronta l’epidemia nel suo complesso, con interventi mirati a proteggere le comunità ed evitare che si diffonda. Per questo Msf chiede alle autorità sanitarie “di mantenere alta la vigilanza, di garantire importanti investimenti sulla medicina territoriale e una regolamentazione del mercato globale dei dispositivi di protezione individuale (Dpi) per garantire che siano distribuiti in modo equo e trasparente in tutti i Paesi”.
Nel ricordare questi mesi di lavoro insieme, Msf esprime, ancora una volta, “solidarietà” a tutti gli operatori sanitari che hanno lottato senza sosta contro un virus nuovo e con effetti senza precedenti.