I vescovi del Venezuela chiedono “un accordo nazionale inclusivo, a lungo termine”, per salvare il Paese dalla “grave crisi in cui è sprofondato” e “una nuova leadership politica” che sappia guidarlo “verso il progresso, senza ideologie soffocanti e tossiche che generano sofferenza e morte”. Lo scrivono in un documento giunto oggi al Sir a proposito dell’aggravarsi della crisi economica in seguito alla pandemia di Covid-19. Il Venezuela “è vicino ad un fallimento economico di grandi proporzioni”, avvertono, ricordando che il disagio della popolazione si è espresso in varie proteste “a volte represse con la violenza, ma la fame non può essere contenuta con la repressione”. I vescovi puntano il dito contro le persecuzioni nei confronti di “leader di comunità, giornalisti, medici, attivisti politici”. La situazione attuale “è inaccettabile”, affermano, incoraggiando ad avviare processi per “le necessarie trasformazioni e cambiamenti a livello politico, sociale ed economico”. A loro avviso serve “un’azione morale di vasta portata, una trasformazione etica e una convergenza politico-sociale che ci guidi verso il grande desiderio comune: un cambiamento di fondo che parta dai bisogni e desideri della maggioranza delle persone che soffrono, violate nella loro dignità e nei diritti”. La mancanza di unione e di possibilità di un confronto, proseguono, “peggiorano la situazione e ci fanno precipitare ancora più a fondo”: “Il Venezuela non sarà in grado di uscire da questa situazione se la gente non sfiderà definitivamente le autorità e la leadership politica, sociale e culturale nel suo insieme”. “È urgente superare l’attuale esclusione politica, sociale, economica e perfino spirituale – sottolineano –, con la consapevolezza e la volontà inequivocabili di un cambiamento di fondo concordato nel massimo della legalità e della legittimità, senza violenza e in pace”. Per questo invitano “alla riconciliazione e al perdono, costruendo percorsi di giustizia e vita”. La situazione attuale, “moralmente insostenibile”, dicono, richiede “un cambiamento radicale” e “la progettazione di un nuovo modello di Paese” con istituzioni pubbliche ispirate a “valori democratici, al servizio del popolo e dello sviluppo umano integrale e sociale”.