“Anche se non tutto è stato ancora ricostruito, abbiamo ormai la prova che risorgere è possibile, così come entrare con coraggio in strutture nuove. Dobbiamo andare con fiducia verso le condizioni di vita che segnano la fase due del coronavirus, anche se la paura e la stanchezza per le difficoltà tentano di fiaccarci”. Così mons. Ermenegildo Manicardi, vicario generale della diocesi di Carpi, nell’omelia della messa in onore del patrono della città e diocesi San Bernardino da Siena, presieduta in cattedrale lo scorso 20 maggio, data del primo degli eventi sismici che nel 2012 colpirono l’Emilia. Lo riferisce un comunicato diffuso oggi. Manicardi ha ricordato nella preghiera tutte le vittime del terremoto, fra cui il parroco di Rovereto, don Ivan Martini. L’esperienza del sisma, ha detto offrendo spiragli di luce anche all’attuale momento di pandemia, “ci ha insegnato che ci vorrà molto tempo, che si dovranno superare diatribe, sospetti, tensioni e rivalità per la diversità di visioni e prospettive, ma la sfida per tutti noi è animare la speranza. Le distruzioni possono aprire la strada a nuovi spazi di vita, se si riesce a trovare l’atteggiamento giusto. Speranza non è essere facili ottimisti – ha sottolineato – ma sapere e credere che l’impegno e la generosità possono produrre frutti importantissimi e insperati”.
Nell’ottavo anniversario del sisma, domani verranno celebrate alcune messe in memoria delle vittime. A Sant’Antonio in Mercadello, alle 20.30, messa in suffragio di don Ivan Martini. Quest’anno, per il rispetto delle norme anti-contagio, non si terrà la processione al cimitero di Rovereto sulla tomba del sacerdote. A San Giacomo Roncole, nel campo parrocchiale presso la stele in memoria delle vittime del sisma, fatta erigere dalla diocesi di Carpi, alle 18, il rosario e alle 18.30, la messa. Nel duomo di Mirandola le messe delle 8.30 e delle 18.30 saranno celebrate in suffragio di tutte le vittime del terremoto.