Cosma Spessotto è stato “un santo, non solo per come è morto, ma anche per il suo sacerdozio”. È il commento dell’arcivescovo di San Salvador e presidente della Conferenza episcopale salvadoregna, mons. José Luis Escobar Alas, esprimendo gioia per la notizia del riconoscimento del martirio del sacerdote francescano, ucciso in odium fidei il 14 giugno 1980, pochi mesi dopo mons. Romero. Degli sconosciuti gli spararono davanti all’altare maggiore della chiesa, poco prima della messa.
Cosma Spessotto nacque a Mansué (Treviso), in diocesi di Vittorio Veneto, nel 1923. Dopo la sua ordinazione sacerdotale partì per l’El Salvador e per 27 anni, fino all’uccisione, fu parroco a Nonualco.
Tra le reazioni, anche quella dell’attuale parroco di Nonualco, il francescano padre Ernesto Palma: “Padre Cosma Spessotto era un uomo di discernimento, che sapeva leggere i segni dei tempi, era molto vicino ai giovani, era un uomo che aveva gli stessi sentimenti del popolo e contemporaneamente aveva gli stessi sentimenti della sua Chiesa, com’era solito dire mons. Romero”.
La notizia del riconoscimento del martirio di padre Spessotto, così come quello di padre Rutilio Grande, il gesuita amico di mons. Romero, avvenuto all’inizio dell’anno, dà ulteriore spessore all’Anno dei martiri proclamato dalla Conferenza episcopale salvadoregna nel quarantesimo dell’uccisione di san Oscar Romero.