Si avvicina anche in Colombia la data nella quale sarà possibile tornare a celebrare la santa messa, anche grazie alla collaborazione con una commissione nominata dal Governo. In un comunicato, diffuso ieri e sottoscritto dai vescovi di tutte le regioni ecclesiastiche del Paese, si precisa che la richiesta è stata rivolta al Governo ancora lo scorso 20 aprile. La nota precisa che fin dal primo momento la Chiesa ha collaborato in ogni modo con le pubbliche autorità e ha aderito alle sue richieste, in un’ottica di responsabilità e custodia per la vita. “Molti fedeli – scrivono i vescovi – hanno espresso in vari modi il desiderio e il bisogno di tornare alle celebrazioni nei templi, nel rispetto di tutte le misure di bio-sicurezza. Non capiscono perché possono essere aperti altri spazi che concentrano più persone, mentre le chiese restano chiuse”. Si chiede, dunque, di applicare “i principi di uguaglianza e equità propri di uno Stato di diritto democratico e sociale”, com’è la Colombia.
La Chiesa colombiana, “come ha sempre fatto – si legge nella nota -, vuole agire in unità e in cooperazione fraterna, stabilendo criteri generali che possono essere seguiti dalle varie giurisdizioni, a cui vanno aggiunte le specificità di ogni situazione locale”. Negli ultimi giorni, “il Governo ha nominato una commissione per accompagnare il processo di studio dell’applicazione e revisione dei protocolli proposti” e il 26 maggio ha contattato la presidenza della Conferenza episcopale colombiana. I vescovi affermano di voler seguire “debitamente” il processo aperto, facendo notare “il clima di dialogo con il Governo”, per arrivare il più presto possibile alla riapertura delle chiese.