“Il disegno di Dio nei confronti dell’umanità è buono, ma nella nostra vicenda quotidiana sperimentiamo la presenza del male, che è un’esperienza di tutti i giorni”. Lo ha detto il Papa, che ha dedicato l’udienza di oggi, trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca del Palazzo apostolico, alla “preghiera dei giusti”, narrata nei primi capitoli del libro della Genesi, che “descrivono il progressivo dilatarsi del peccato nelle vicende umane”. “Adamo ed Eva dubitano delle intenzioni benevole di Dio, pensano di avere a che fare con una divinità invidiosa, che impedisce la loro felicità”, ha raccontato Francesco: “Di qui la ribellione: non credono più in un Creatore generoso, che desidera la loro felicità. Il loro cuore, cedendo alla tentazione del maligno, è preso da deliri di onnipotenza: ‘Se mangeremo il frutto dell’albero, diventeremo come Dio’”. “Questa è una tentazione, questa è l’ambizione che entra nel cuore”, il commento del Papa: “Ma l’esperienza va in senso opposto: i loro occhi si aprono e scoprono di essere nudi”. “Non dimenticatevi questo: il tentatore è un ‘mal pagatore’, paga male”, il monito a braccio. “Il male diventa ancora più dirompente con la seconda generazione umana: è la vicenda di Caino e Abele”, ha proseguito Francesco: “Caino è invidioso del fratello, il verme dell’invidia; pur essendo lui il primogenito, vede Abele come un rivale, uno che insidia il suo primato. Il male si affaccia nel suo cuore e Caino non riesce a dominarlo”. “Comincia così a entrare il male nel cuore”, ha spiegato a braccio il Papa: “i pensieri sono sempre di guardare male l’altro, con sospetto. Anche col pensiero: ‘Questo è un cattivo, mi farà del male’. E così la storia della prima fraternità si conclude con un omicidio”. “E penso oggi alla fraternità umana: manca dappertutto”, l’analisi di Francesco, che ha messo in guardia anche dalla vendetta: “L’hai fatto, la pagherai. Io mi faccio giudice della situazione. E così il male si allarga a macchia d’olio, fino ad occupare tutto il quadro”.