Un richiamo forte ad accogliersi come dono e a corrispondere all’amore di Dio per noi e per ogni fratello che si incontra, facendolo in un continuo ascolto della sua Parola come guida e riferimento della nostra vita anche in tempo di pandemia e di sospensione delle feste e delle tradizioni di un popolo. Da qui la possibilità di riscoprire, dalle origini e dalla partecipazione popolare, il senso di questi gesti e momenti che scandiscono la propria esistenza personale e comunitaria. Ieri, in occasione della solennità di San Pardo, patrono di Larino e della diocesi, il vescovo di Termoli-Larino Gianfranco De Luca ha condiviso con la comunità una nuova lettera che – in questo momento di fatica e sofferenza – esorta tutti a riscoprire e a mantenere forti le radici di fede, riti, gesti e tradizioni. Diverse le messe celebrate ieri nella basilica concattedrale di Larino. Quella delle 11, presieduta da mons. De Luca, è stata trasmessa in diretta tv su Telemolise e in streaming per consentire una maggiore copertura del servizio offerto alla comunità. Al termine della santa messa è stato collocato sul sagrato della concattedrale il sacro busto di San Pardo, portato dai parroci, accanto a un carro storico.
In particolare mons. De Luca ha fatto riferimento ad un’affermazione di Papa Francesco che in una recente intervista ha richiamato un verso dell’Eneide nel quale Enea, sconfitto a Troia, decide di andare verso i monti per allontanarsi dalla guerra. Quello del Papa, ha spiegato il presule, è un invito ad “entrare nella possibilità nuova che la triste circostanza che viviamo contiene per noi”. Un invito “a prendere sulle spalle le nostre tradizioni riscoprendo la radice di tutto, le motivazioni che le animano e le rendono parte della nostra vita di popolo, gli elementi che fanno vibrare l’animo e il cuore di ciascuno nel preparare e nel vivere gli eventi che la costituiscono, quale il frutto che godiamo e condividiamo ogni anno e che fa sorgere sempre in noi il desiderio di riproporre e rivivere ciclicamente tutto con nuovo slancio e nuovo ardore”. “Camminiamo insieme nella gioia che nasce dalla consapevolezza di essere concittadini dei Santi e eredi di una vita che non muore”, l’esortazione conclusiva di De Luca.