“Le chiese vengano riaperte. Le disposizioni precedenti, riguardanti la loro apertura, si possono considerare superate. Chiedo ai parroci di coordinarsi con i rispettivi vicari patriarcali e adoperarsi perché le nostre chiese e le relative liturgie siano rese il più possibile accessibili a tutti, nel rispetto delle indicazioni delle autorità civili, che sono molto diverse le une dalle altre e che quindi bisogna conoscere e adattare ad ogni specifica situazione”. È quanto deciso da mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, e comunicato in una lettera “sulla riapertura dei luoghi di culto nella diocesi di Gerusalemme”, indirizzata ai parroci, ai religiosi e ai fedeli della sua diocesi. Decisione frutto delle “maggiori aperture concesse progressivamente da un po’ tutte le autorità civili”. Tuttavia, precisa l’amministratore apostolico nella lettera diffusa dal Patriarcato Latino, riaprire le chiese “non significa che si possa tornare esattamente alla situazione precedente alla chiusura. Significa, invece, che ogni zona pastorale dovrà verificare quali siano le modalità previste per le assemblee e adattarle alla propria specifica situazione. Ogni Paese, infatti, ha regole diverse riguardo all’uso di mascherine, di distanze da mantenere e così via”. Per quanto riguarda, invece, la distribuzione della comunione, comunica mons. Pizzaballa, “per il momento restano in vigore le disposizioni precedenti. Resta valida anche l’autorizzazione alla celebrazione della messa domenicale a partire dal venerdì precedente”.