“Mascherina e gel disinfettante”: solo con questi accorgimenti è possibile tornare a visitare il luogo più sacro della cristianità, la basilica del Santo Sepolcro, e partecipare alle celebrazioni, nel rispetto del limite massimo di 50 persone presenti all’interno. Riaperta ai fedeli domenica 24 maggio la basilica sta vivendo in questi primissimi giorni una fase di completa riorganizzazione, come spiega padre Salvador Rosas Flores, del convento del Santo Sepolcro. “In questo momento – afferma il religioso le cui parole sono riportate dal Christian Media Center – le prime novità che un pellegrino che viene alla basilica del Santo Sepolcro troverà saranno il portone aperto a metà e le transenne. All’ingresso troverà poi la bottiglietta del gel: si chiede gentilmente di indossare sempre la mascherina. È quello che oggi possiamo offrire per garantire la sicurezza di tutti: coloro che vengono da fuori e noi che viviamo all’interno”. La riapertura è stata possibile solo dopo l’allentamento delle misure anti-contagio in Israele, ma al momento “non è ancora possibile accedere a tutte le parti della basilica”.
Conferma il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton: “Per il momento dobbiamo gestire con gradualità il passaggio dalla fase di quasi totale chiusura – perché in realtà non c’è mai stata una chiusura totale, dentro si continuava a celebrare – a una fase di piena apertura. È un’apertura graduale che deve rispettare anche le norme che sono state concordate con la polizia. Certamente questa fase di transizione ci aiuterà anche a capire se siamo capaci o meno di gestire una cosa che è un po’ più complessa che nei normali santuari, dove c’è una comunità che gestisce tutto mentre qui le comunità sono almeno tre (latini, greco-ortodossi e armeni, con l’aggiunta di copti e siriaci, ndr.). “La speranza ci ha accompagnato sempre – conclude padre Rosas Flores – nonostante la porta chiusa. La speranza di aprirla, di ricevere nuovamente i cristiani, di mostrare i santi luoghi, rimane tra noi”.