Per la ricostruzione sociale ed economica dopo la crisi del Covid-19, i vescovi austriaci sostengono – nel documento diffuso oggi – riforme globali nella società, nella politica, nell’economia e nella Chiesa. In un documento pastorale presentato a Vienna, intitolato “Per una normalità spiritualmente rinnovata”, la Conferenza episcopale austriaca (Öbk), in vista della Pentecoste, esprime la necessità che ci sia una reazione, in Austria e in Europa, agli effetti dell’epidemia. I vescovi sollecitano fra l’altro un dibattito politico “costruttivo” e confidano in una “assenza di malizia politica e toni aggressivi”. Focus centrale del documento è la primaria attenzione verso tutte le persone provate economicamente dall’epidemia e che sono a rischio di cadere in povertà: i vescovi sono particolarmente preoccupati dalla dimensione europea della solidarietà e chiedono “una cooperazione appassionata”, un’azione “contro il virus dei piccoli Stati nazionalistici”. Perché “se i nostri vicini europei stanno bene, noi stiamo bene. Lo stesso vale per la grande famiglia umana oltre il nostro continente”. La solidarietà e gli aiuti interni per i vescovi devono essere rivolti ai disoccupati, alle donne, ai genitori single e ai pensionati con assegni minimi, ma anche agli operatori culturali, agli imprenditori, alle compagnie turistiche e chi lavora nella gastronomia.
Nella crisi i vescovi hanno rilevato una crescita del legame tra le persone e invitano tutti a “a non lasciare che questa preziosa esperienza della pandemia, ricca di sofferenze, finisca nel folto di preoccupazioni crescenti, sacrificandolo alla rabbia e alla frustrazione che rimangono”.