Secondo appuntamento online promosso dalla rete Alleanze Educative Reggio Calabria. Un momento di ringraziamento per Roberto Di Bella, presidente del Tribunale dei minori, dopo 25 anni di servizio nella città calabra. Tra gli interventi, quello di Domenico Nasone di Libera, moderatore del meeting, che ha aperto l’incontro spiegando l’obiettivo dell’evento, “un’occasione per riflettere su come dare continuità al lavoro svolto dal presidente Di Bella e per ringraziarlo del lavoro fatto sul territorio impegnandosi a offrire ai minori un’alternativa a un destino di mafia”. Ricordando che “in questi anni, soprattutto negli ultimi sette anni, si sono raggiunti tanti risultati, tra cui la partenza del progetto ‘Liberi di scegliere'”, Nasone ha ribadito la necessità di “una legge finanziaria con una copertura normativa ma soprattutto di un’azione culturale perché in Calabria c’è una cultura del malaffare e di corruzione da un secolo”. “In ogni scuola si deve parlare di ‘ndrangheta con progetti mirati e spiegare sin dalle scuole elementari cosa significa criminalità organizzata e quali effetti provoca sulla vita degli altri, effetti sociologici, psicologici ed economici. Bisogna raccontare le storie delle vittime di mafia”. Inoltre, è stata segnalata l’esigenza di “migliorare la rete sociale e mappare il territorio, particolarmente in alcune zone che sono povere di organizzazioni educative”. Significativo l’intervento di Giosuè D’Agostino. “Trent’anni fa sono stato libero di scegliere. Ho scelto di condurre la mia vita al di fuori della ‘ndrangheta e di vivere nella legalità. Adesso la mia esperienza sta continuando ed il mio percorso di sensibilizzazione su questa tematica entra nelle scuole, partecipando a videoconferenze in tutta Italia”.
Infine, Maurizio Vallone, questore di Reggio Calabria, nel suo intervento ha affermato come il presidente Di Bella sia stato “un innovatore del suo settore per salvare i ragazzi oggetto di attenzione del problema ‘ndrangheta”. “Partire dai giovani è fondamentale per sconfiggere le mafie in generale. La società civile deve essere vicina agli insegnanti e ai dirigenti scolastici nel compito educativo perché bisogna continuare con questo progetto che è stato tracciato”.