Sono state oltre 13.000 donne che l’anno scorso sono state accompagnate, assistite e protette dalla Caritas diocesana di Bolzano-Bressanone: spesso non si fanno notare, ma sono le più vulnerabili, si vergognano di più della loro situazione e tendono a nasconderla meglio. Allo stesso tempo accettano di più di farsi aiutare e si aprono maggiormente con chi le aiuta. Il loro numero corrisponde al 45% delle oltre 29.000 persone che si sono rivolte alla Caritas altoatesina nel 2019 in cerca di aiuto, persone assistite soprattutto da donne. È quanto emerge da “L’altro, femminile, Alto Adige”, la relazione sulle attività caritative dello scorso anno, presentata questa mattina.
“Non ci interessa mettere le donne e i loro bisogni contro gli uomini o viceversa: per noi sia gli uomini che le donne sono ugualmente importanti, sia quando necessitano di aiuto, sia come collaboratori o volontari, sia come sostenitori della Caritas”, ha sottolineato il direttore della Caritas diocesana, Paolo Valente. “Senza di loro però il settore dell’assistenza e altri importanti servizi alla società sarebbero impensabili. Proprio per questo motivo – ha spiegato – desideriamo questa volta dare più visibilità alle ‘nostre’ donne, ai loro bisogni e al loro contributo fornito”.
I dati dicono che quasi un terzo delle persone seguite dall’“area accoglienza” sono giovani donne, provenienti principalmente dall’Africa, soprattutto dalla Nigeria. Alcune hanno subìto traumi e sfruttamenti non facili da superare, sono particolarmente vulnerabili e, avendo un basso livello di istruzione, fanno fatica ad ottenere un titolo di studio o professionale. Nelle strutture della Caritas per senza fissa dimora o in emergenza abitativa sono circa un quarto le donne ospitate sulla percentuale totale di posti letto, tra loro donne incinte e donne con bambini. Più riservate rispetto ai maschi sono le utenti (in totale meno di un quinto) del servizio Binario7, la struttura a bassa soglia di Bolzano per tossicodipendenti. Ci sono servizi, poi, dove la percentuale di donne utenti è significativamente più alta di quella degli uomini, come nel caso del Sostegno al telefono, gestito in collaborazione con la San Vincenzo de’ Paoli altoatesina: oltre il 60% delle chiamate arrivano da donne.
Da sottolineare come, in alcuni dei servizi che vedono coinvolti circa 1.200 volontari, la percentuale di donne attive supera l’80% come per il servizio Hospice o nel Sostegno al telefono.
Infine, nel 2019, circa 6.040 donatori hanno sostenuto il lavoro della Caritas altoatesina, il 55% donne. Circa 650.000 euro sono stati donati per rispondere al bisogno in Alto Adige mentre 1,8 milioni di euro (inclusi contributi provinciali per 340.000 euro) sono stati impiegati in progetti di aiuto all’estero.