Il Fondo di emergenza Covid-19 istituito dalle Pontificie opere missionarie (Pom) garantisce il sostegno necessario al sostentamento della comunità di Clarisse del monastero di Nostra Signora di Guadalupe a Casablanca (arcidiocesi di Rabat), la cui sussistenza è stata messa in grave difficoltà dal blocco causato dalla pandemia da coronavirus. Lo riferisce a Fides padre Simeon Stachera, direttore nazionale delle Pontificie opere missionarie del Marocco. La comunità di 5 monache Clarisse di Casablanca, di origine messicana, da lungo tempo si mantiene non senza difficoltà grazie alla produzione di ostie per le celebrazioni eucaristiche e di prodotti alimentari (marmellate, rustici, tortillas) commercializzati nella rete dei ristoranti. La quarantena scattata a causa della pandemia ha portato alla sospensione di queste piccole iniziative atte a garantire l’autosufficienza economica del monastero: sono sospese le liturgie eucaristiche “coram populo” (quindi non c’è consumo di ostie) e anche i ristoranti sono chiusi. Presso il monastero opera anche un dipendente factotum stipendiato, e occorre sostenere le spese vive ordinarie della comunità, come quelle relative al consumo di energia elettrica.
La cifra richiesta al Fondo di emergenza-Covid delle Pom è pari a tre volte le entrate mensili garantite dalle piccole attività economiche del monastero prima della crisi da pandemia, e contribuirà al sostentamento della comunità di Clarisse in questi tempi difficili. Nella lettera di richiesta del sostegno economico a favore del monastero di Casablanca, il card. Cristóbal López Romero, arcivescovo di Rabat, fa presente di aver sollecitato sacerdoti e comunità religiose della sua arcidiocesi ad aderire con generosità alla campagna di donazioni a favore del Fondo di emergenza Covid istituito presso le Pontificie opere missionarie, e riferisce che il frutto di questa campagna è stato il versamento in tale Fondo di generose donazioni da parte delle comunità cattoliche delle arcidiocesi di Rabat e di Tangeri.