“Il servo di Dio deve essere sempre lieto”. Lo ha ricordato il card. Angelo Comastri, arciprete della basilica vaticana, citando san Francesco d’Assisi, durante la recita dei Misteri della Gioia, trasmessa in diretta streaming dalla basilica di San Pietro subito dopo il Regina Coeli. Il primo Mistero della Gioia ci presenta la “scena incantevole dell’Annunciazione, con il ‘sì’ incondizionato di Maria, un ‘sì’ che ha cambiato la storia”, il commento del cardinale, che poi ha citato Gandhi: “Sii tu per primo quel cambiamento che vorresti vedere realizzare nel mondo”. E santa Teresa aggiungeva: “Se vedi il buio intorno a te, non serve a niente accendere la luce: diventa luce anche tu”. Il secondo Mistero della Gioia ci presenta “l’incontro di due mamme, una anziana e una giovanissima”. “Il Magnificat – ha fatto notare Comastri – non l’ha composto miss universo, non l’ha composto un calciatore strapagato, non l’ha composto un miliardario: l’ha composto Maria, la più povera, ma aveva il cuore pieno di Dio, e quindi era strafelice”. “Non è mai esistita una famiglia più felice!”, il commento al quarto Mistero gaudioso, che ci fa contemplare Gesù e Maria che portano Gesù bambino al tempio. “Nel 1976 – ha raccontato il cardinale – moriva Jean Paul Getty, un miliardario ritenuto l’uomo più ricco del mondo. Prima di morire ha detto: ‘Non sono mai stato felice’. Lo sapevamo: non si compra con i soldi la felicità. A Betlemme, Gesù ce l’ha detto chiaramente”. Il quinto Mistero della Gioia ci presenta Maria e Giuseppe che cercano Gesù per le strade di Gerusalemme e poi finalmente lo ritrovano. “Più volte mi sono chiesto: perché ha Gesù ha compiuto questo gesto?”, ha detto il cardinale: “Ha fatto così – la risposta – per dirci che la fede non è come la carta d’identità, che si mette in tasca e dura parecchi anni. La fede è come una lampada, bisogna mettere sempre olio: se non metti olio, la lampada si spegne. Ogni giorno dobbiamo dire il nostro sì al Signore”.