Nel Brasile il contagio per Covid-19 procede inesorabile, con una vera e propria escalation nel fine settimana: 365.213 contagiati e 22.746 morti. Ma i dati ufficiali sarebbero solo la punta di un iceberg. Lo afferma al Sir, da San Paolo, che continua a essere la città più colpita dalla pandemia in tutto il Brasile (oltre 80mila contagi e 6mila morti nello Stato di San Paolo), padre Giampietro Carraro, veneziano d’origine e fondatore della Missione Belém, che ha dato vita a circa 140 case di accoglienza solo nella metropoli brasiliana. “Non ci sono tamponi sufficienti – spiega il sacerdote –, li fanno solo a chi è ricoverato in terapia intensiva. Molti non sanno di avere il virus. In ospedale dicono: ‘Può, essere, stai chiuso in casa’. Qui uno studio della locale università afferma che i positivi in Brasile potrebbero essere più di due milioni. Una cifra ben diversa da quella ufficiale, che pure è già di per sé molto elevata. E questo vale anche per i deceduti, che perlopiù sono conteggiati solo tra quelli che passano per le terapie intensiva. Ma non è questo il modo di contare in maniera attendibile. Insomma, la situazione è molto più grave di quello che viene detto attraverso i numeri ufficiali”.
“È chiaro che la situazione nelle zone povere è più grave – prosegue p. Carraro – e questo non solo per il numero dei contagiati, ma anche per la povertà e la vera e propria fame. I tanti lavoratori precari e informali non possono avere quelli che in Italia vengono chiamati ammortizzatori sociali o contributi. Devono arrangiarsi, ma non possono fare i venditori ambulanti, non possono permettersi neanche un piatto di fagioli. Più durerà questa crisi, più la situazione sarà grave. Il Governo ha deliberato un sussidio di 150 euro mensili per chi è senza un lavoro, ma spesso queste persone, come accennavo, non riescono ad accedervi”.