“Ho coniato l’espressione della sindrome clinica ‘Covid-19 Like’ riferendomi al profilo sindromico che definisce un soggetto che presenti quadro sintomatologico febbrile e/o di infezione respiratoria acuta (minore o maggiore), quadro laboratoristico tipico, quadro clinico respiratorio di insufficienza respiratoria acuta e quadro radiologico di polmonite interstiziale o interstizio alveolare del tutto simile (like) a quello del paziente con insufficienza respiratoria acuta secondaria a polmonite interstiziale da Covid-19 ma differente da questo in quanto negativo all’esame del tampone, anche ripetuto più volte”. Lo spiega, in una nota, il presidente nazionale del Sis 118, Mario Balzanelli, facendo riferimento sia alla sua esperienza clinica personale sia alle segnalazioni multiple ricevute da colleghi di diverse regioni italiane, quali Lombardia, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia, inerenti proprio il frequente riscontro di questa tipologia di pazienti. Di qui la segnalazione che il dato dei Covid-Like è “di estrema importanza epidemiologica, considerato che, al momento attuale, questi soggetti non risultano ancora, a livello nazionale, né classificati e quantificati come tali, né definiti con criteri clinici specifici, né inquadrati in un contesto standardizzato di percorso diagnostico e gestionale dedicato di carattere obbligatorio”.
Per Balzanelli, “il problema, in questo momento storico così delicato di emergenza pandemica, non è definibile come mero riscontro clinico di polmoniti interstiziali”, che non hanno nulla a che vedere con il Covid-19, poiché “in alcuni casi, tra questi, invero numerosi, riscontrati negli ultimi mesi, la broncoscopia ha evidenziato la presenza del Sars-CoV-2. E non è affatto una questione da poco trattandosi di soggetti potenzialmente contagiosi”.
Secondo il presidente del Sis 118, “la ricerca nel liquido di lavaggio bronco-alveolare del Sars-CoV-2” e “l’esecuzione di test rapidi, che individuano la presenza degli anticorpi prodotti, in diverse fasi evolutive dell’infezione, dall’organismo nei confronti del virus” possono rappresentare “un prezioso strumento di diagnosi e di monitoraggio clinico in questi pazienti, percorso clinico–gestionale che dovrebbe essere sancito quale protocollo clinico dedicato da parte del Ministero della Salute”.