Comunicazioni sociali: Clarus (Alife-Caiazzo), iniziative social per non dimenticare “parole scolpite nella memoria”

In occasione della 54ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che si è celebrata ieri, sono nate le due idee social promosse dall’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Alife-Caiazzo, che attraverso “Clarus” e il sito internet diocesano svolge il delicato compito di essere “ponte”, di mettere insieme memorie storiche, di fede, di spiritualità, vita, di tradizione, di vita quotidiana… Si tratta di “Parole che contano”: “Ogni sera sulla pagina Facebook di Clarus alle 21.30 sono state lanciate (e continueremo a farlo) parole scolpite nella memoria dell’umanità o – se non ricordate – ugualmente consegnate al mondo come perla preziosa, come patrimonio; o parole che il mondo ha acquisito riconoscendoci il valore di ‘memoria’ edificante”.
“Sono stati i nostri lettori e amici – spiega Grazia Blasi, direttore di Clarus – a scegliere e commentare frasi famose, non disgiungendole dal presente, dal particolare periodo di crisi e di formazione che stiamo vivendo… Un filo conduttore, inaspettato e non concordato, tra i commenti postati sotto ogni grande o piccolo aforisma, sono stati ‘speranza, solidarietà, fede, riconoscenza…’. Abbiamo voluto che la memoria di parole famose tornasse a parlarci oggi, ricordandoci di essere parte di una lunga e ininterrotta narrazione di eventi e parole dolci, di amore, di sollecitudine, di incoraggiamento”. Sabato e domenica, invece, sempre su Facebook è stato possibile trovare il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata, attraverso brevi lanci associati ad immagini.
Altra iniziativa è il video che è stato diffuso ieri, 24 maggio, in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, in cui una carrellata di “parole che contano” ha fatto “la sintesi di questa quarantena, affidando alla memoria e alla storia i segni di un passaggio storico che non vogliamo dimenticare, che vogliamo custodire perché l’abbiamo vissuto e respirato e condiviso nella fede, tra contraddizioni e preoccupazioni…”, conclude Blasi.

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