Brasile: altra bufera su Bolsonaro. Corte Suprema autorizza pubblicazione del video dell’incontro di Governo che proverebbe interferenza su Polizia Federale

In piena emergenza coronavirus, in Brasile è crisi istituzionale e guerra aperta tra poteri, con esiti imprevedibili. Celso de Mello, giudice della Corte suprema federale (Stf), ha autorizzato venerdì la pubblicazione del video dell’incontro di Governo svoltosi il 22 aprile, citato dall’ex ministro Sergio Moro come prova dell’interferenza del presidente Jair Bolsonaro nella Polizia federale. L’indagine indaga sulle accuse mosse da Moro, secondo il quale il presidente voleva intervenire personalmente con la Polizia, nominare direttori e soprintendenti e avere accesso a rapporti classificati.
In uno degli estratti, Bolsonaro afferma che non si sarebbe aspettato che facessero del male a “tutta la mia famiglia” per cambiare il Soprintendente della Polizia Federale di Rio, indicato dal presidente come “il nostro personale di sicurezza a Rio”.
De Mello ha spiegato la decisione affermando che “nessuno è al di sopra dell’autorità delle leggi e della Costituzione della Repubblica”, e ha citato Norberto Bobbio: non esiste, “nei modelli politici che riconoscono la democrazia, un possibile spazio riservato al mistero”.
Prima ancora, De Mello ha inoltrato alla Procura della Repubblica la richiesta di esponenti dell’opposizione, di mettere sotto sequestro il cellulare di Bolsonaro, provocando la risposta del capo di gabinetto per la Sicurezza nazionale, il generale Augusto Heleno, che ha definito la richiesta “inconcepibile e, in certa misura, incredibile. Secondo il generale un eventuale sequestro “potrebbe avere conseguenze imprevedibili per la stabilità nazionale”.

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