“La crisi dettata dal Covid-19 ci ha fatto capire che, di fronte ad una popolazione sempre più anziana, l’assistenza domiciliare può e deve essere una frontiera straordinaria su cui investire di più”. Un intervento urgente e necessario dopo le “stragi” di anziani registrate negli ultimi mesi nelle Rsa e in altri istituti. Lo ha affermato il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo alla videoconferenza promossa dalla rivista scientifica “Plos One” insieme all’Università Tor Vergata, a cui hanno partecipato oltre 300 persone esperti della materia, per parlare di una sanità che, dopo l’emergenza vissuta, va in gran parte ripensata.
Al centro della videoconferenza un articolo a firma di Giuseppe Liotta, Maria Cristina Marazzi, Stefano Orlando e Leonardo Palombi, pubblicato sulla rivista americana. Da uno studio effettuato dal 28 febbraio al 31 marzo scorso sulla popolazione ultraottantenne risulta che isolamento sociale ed aumento di offerta dei posti in Rsa o altra assistenza residenziale era associato ad un significativo incremento dei casi di Covid-19. Diversamente da quanto affermato da altri ricercatori europei, “i legami sociali non hanno quindi rappresentato di per sé un aumento del rischio di infezione, ma al contrario si sono rivelati protettivi”.
Il ministro ha rivendicato di aver cominciato a trasferire risorse economiche all’assistenza domiciliare con il Decreto Rilancio: “Il miliardo e mezzo messo sul territorio – ha spiegato – ha un obiettivo fondamentale: costruire un Servizio sanitario nazionale più prossimo, più vicino ai problemi delle persone”. “Oggi – ha proseguito – l’Italia, tra le persone con più di 65 anni, riesce a coprire solo il 4% con l’assistenza domiciliare. Siamo tra i Paesi più indietro su questo fronte perché la media Ocse è invece il 6%. Con le nuove risorse passiamo dal 4% al 6,7%. In questo settore saranno impiegati 9.600 infermieri di quartiere”.
Anche il consigliere scientifico del ministero della Salute, Walter Ricciardi, e il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, intervenendo alla conferenza, hanno sottolineato come mettere in campo “interventi di prossimità sul territorio” sia un “indispensabile attività di prevenzione” che può salvare molte persone e migliorare la qualità della loro vita. Tra gli interventi anche quello di Barbara Mangiacavalli, presidente della Fnopi, e di Stefania Murari, che ha illustrato gli effetti positivi del programma “Viva gli anziani!” della Comunità di Sant’Egidio basato sulla costruzioni di “reti di prossimità” attorno agli ultraottantenni di diverse città italiane.